STUDIOLO INTARSIATO
Dopo tre anni di lavoro, sono quasi arrivato alla conclusione del mio studiolo intarsiato.
Mi manca solamente la porta di ingresso, chiaramente intarsiata, che racchiuderà questo ambiente intimo, che arreda la mia bottega, dove lavoro in Anghiari. Qualcuno si domanderà il perchè, proprio in questo piccolo paese, un artigiano si è dilettato nell'arte dell'intarsio rinascimentale, creando un angolo fatto di mosaici a commesso in legno, che se ne possono contare soli tre esemplari dei più noti studioli intarsiati quattrocenteschi. La storia viene da molto lontano e l'ho già scritta nel mio libro dedicato alla tarsia "Tarsi ".
Come ho già scritto, questo studiolo riguarda le mie passioni, i miei strumenti di lavoro, citazioni sulla filosofia legata al paradosso e alla metafisica propria di quest'arte. questo lavoro rimane comunque una cosa intima, non vuole scimmiottare i più famosi studioli rinascimentali. Non nascondo che sarebbe bello, che qualche committente facoltoso gli piacerebbe contornarsi, dove vive, di uno spazio suo e personale, forse sono un utopista ma mi piace sognare.
In questa parete ci sono raffigurati, gli utensili comuni da lavoro di un intarsiatore e intagliatore del legno. Anche l' allegoria, che rappresenta una della virtù cardinali, della fortezza ripresa da un opera di De Chirico, ferrarese. Nel mezzo della pannellatura si ritrova la lunetta con lo specchio che riflette, con l'altro specchio posizionato di fronte, il gioco dell'immagine riflessa all'infinito.
Nella paretina di fondo una veduta di Anghiari, dove sono posizionati gli ultimi due solidi platonici il teatraedo e l'ottaedro.
Nell'ultimo pannello ci sono raffigurati i materiali che si usano per la finitura e la lucidatura del legno, gli strumenti per la doratura per la pittura e modellazione.
Infine viene rappresentata, con la bilancia, l'ultima virtù cardinale la giustizia. La bilancia ha un duplice significato, visto che viene usata anche per dosare giustamente colle e colori .
Anche qualche meccanismo moderno, che aziona il sollevamento dello schermo per il computer, è stato adottato per nascondere, mimetizzandolo tra gli intarsi geometrici, l'odioso monitor, che al bisogno si solleva dal tavolo di lavoro.
Non poteva mancare l'angolo stampante rinchiusa ma funzionante dentro il mobile.
Per finire non poteva mancare il soffitto ispirato al grande artefice del paradosso Escher