25 novembre 2019

qualifica restauratore bottega scuola



MASTRO SANTI DEL SERE BOTTEGA SCUOLA 
IN ANGHIARI (AR) TOSCANA



Nell'ambito della mostra del restauro di Ferrara, si è tenuto una conferenza a riguardo della qualifica di restauratore. 
La cosa che mi ha colpito di più, come Artigiano da anni nel campo della formazione, e successivamente essere riconosciuto, dalla Commissione della Regione Toscana Bottega Scuola,  riguardante le discipline legate alla lavorazione del legno e alla sua conservazione, non avendo voluto  presentare domanda, per essere inserito nella lista dei collaboratori restauratori, non mi interessava entrare in questo elenco per partecipare ad appalti o interventi commissionate dalle Soprintendenze ed Enti . 
Colpa mia di aver sottovalutato la domanda di qualifica, non credevo mai che comportasse l'esclusione da un possibile insegnamento sul restauro da parte di una Bottega Scuola riconosciuta proprio su questo settore.
Ho capito una cosa che questo bellissimo paese ha bisogno dell'aggiunta del solito foglietto di carta.
Dopo il mio intervento, che ha riguardato diverse sfaccettature, sull'artigianato mi è stato risposto che il Restauro e  equiparato ad un percorso di laurea e riconoscimento di dottorato, e dalle risposte datemi mi è parso che l'artigianato è quella sottospecie di persone che operano manualmente. Mi ero scordato che a suo tempo nel periodo Rinascimentale, ci fu la  separazione tra arti maggiori e minori e quindi la nascita delle Accademie, distruggendo definitivamente le botteghe fiorentine, che formarono i più grandi artisti, rinascimentali.
cofanetto certosino, bottega degli embriachi,
 prima degli interventi di restauro estetico

Bisogna essere obiettivi, i restauratori devono avere una adeguata formazione, quindi una qualifica era indispensabile. L'unica mia riflessione riguarda le capacità artigianali che vengono messe in secondo piano. Per fare un esempio i nuovi restauratori che si qualificheranno, dopo un lungo tirocinio di almeno tre anni, dove al futuro operatore gli vengono somministrate lezioni molto teoriche, che spaziano su vari campi, per citarne alcune:dalla legislatura alle diagnosi, al disegno storia dell'arte e nozioni di  pratica, tutte materie importanti e indispensabili. 
L'unica cosa che non torna a mio avviso, riguarda la formazione di bottega propria dei maestri artigiani restauratori.

cofanetto certosino, bottega degli embriachi,
dopo  il restauro estetico
La mia perplessità deriva da lontano dalla mia esperienza che ho avuto la fortuna di insegnare, quando ho insegnato a 27 anni, come docente dell'arte dell'intarsio, nella allora scuola d'Arte, di Anghiari, unica in Italia sul restauro del mobile antico, mi accorsi, che c'era già a quel tempo una scollatura tra scuola e botteghe artigiane, per tramandare le nozioni "manuali".
Anche la scuola ha osservato il percorso per i futuri docenti di laboratorio di essere laureati per insegnare, quindi l'artigianato si è trovato ad essere tagliato fuori, da questo settore.
Pensare che se ho imparato qualcosa l'ho imparata da vecchi artigiani, ma questo e solo un importante appunto.
Sicuramente è giusto avere una formazione, più elevata per quanto riguarda un artigiano, ma allo stesso tempo rilega l'artigianato come una pratica senza testa, in secondo piano.
 Quindi nel corso del tempo, si sta verificando, come avevo intuito tanto tempo fa, e da me, messo in evidenza nei tavoli di lavoro in varie occasioni su incontri su questo tema, che gli insegnanti laureati non venendo da una bottega artigiana non conoscono le varie discipline artistiche . 
A mio avviso, anche il restauro subirà questo declino, con l'inevitabile perdita del saper fare e dei mestieri , che sono indispensabili per mantenere in vita e tramandare le arti applicate.
Chi insegnerà a modellare, ad intagliare o a intarsiare il legno o a far conoscere le varie discipline e tecniche, che serviranno per restaurare un oggetto antico?
Si verificherà che anche il restauro si dividerà in due branchie, una conservazione di un oggetto che rispetterà le regole della carta del restauro e un'altra rivolta al mercato, che privilegerà un restauro estetico  mimetico, o forse meglio dire che si sta già verificando.

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